La sostenibilità, declinata in tutti i suoi aspetti, diventa il fine a cui tendere per un settore economico in buona salute e per le imprese che ne fanno parte.
Terre Cevico intende essere parte di questo gruppo di imprese virtuose e di farlo da protagonista.
L’impegno per la sostenibilità ambientale è connaturato alla missione di una cooperativa quale Terre Cevico, i cui prodotti hanno un legame culturale forte con la terra.
Negli anni la sensibilità è cresciuta fino al punto da diventare una prassi consolidata delle scelte produttive del Gruppo.
Con B.io nasce la prima linea di vini biologici di Terre Cevico, ma B.io non è solo un vino, è un progetto con una sua filosofia: “b” come biologico e buono; “io”, perché chi sceglie di bere questo vino ha consapevolezza del gesto che sta compiendo, si vuole bene e fa del bene alla società e all’ambiente in cui vive.
È un progetto che parla di sostenibilità a 360°.
I soci viticoltori, grazie alle risorse umane specializzate (agronomi ed enologi) messe a disposizione da Terre Cevico, trovano la possibilità di valorizzare le proprie produzioni, spesso ottenute su vigneti di piccola estensione, ottenendo un reddito soddisfacente per non lasciare le campagne e dare un futuro alle nuove generazioni.
Nell’ambito di politiche di produzione e consumo ecosostenibili, una riduzione alla fonte è indubbiamente una scelta fondamentale nella gestione dei rifiuti, per questo Terre Cevico ha adottato sistemi di filtrazione e stabilizzazione dei vini che prevedono un minor utilizzo di farine e una minore produzione di materiali residui da tali lavorazioni.
I numeri in sintesi.
Il fatturato aggregato con cantine di Terre Cevico per l’esercizio 2021/2022 è di 189,6 milioni di euro, il patrimonio netto è di 86 milioni, l’export aggregato sale a 72,9 milioni di euro, mentre il plusvalore riconosciuto ai soci è di 6,9 i milioni.
Di rilievo, in questo difficile periodo, è sicuramente l’aumento del 3,3% del numero aggregato dei dipendenti del gruppo, in totale pari a 343, al quale si aggiunge l’incremento del 12,6% delle ore dedicate alla formazione, pari a 3.279 ore.
La produzione e distribuzione del valore aggiunto offre una misura della distribuzione della ricchezza, prodotta dall’impresa nello svolgimento della sua attività, verso i suoi interlocutori, evidenziando l’effetto economico (o economicamente esprimibile) che l’attività dell’azienda ha prodotto sulle principali categorie di stakeholder.